Come diventare un bravo Dj, pochi passi ma buoni

Nell’articolo in cui trattavo su alcuni metodi su come fare outing e diventare un bravo dj, ho elencato brevemente alcuni metodi da scegliere per poter aumentare di livello, mentre questa volta vorrei trattare in dettaglio il metodo migliore per diventare un bravo dj.

Per diventare un bravo dj devi concentrarti su tre punti fondamentali:

  • Tecnica
    • Livello pratico
    • Livello avanzato
  • Esperienza
    • Diretta
    • Indiretta
  • Cultura Musicale
    • Livello generico
    • livello specifico

Questi fattori sono stati elencati in ordine di importanza quindi procediamo per quanto riguarda il primo fattore.

La tecnica

La “professione” del dj oggi è stata deprecata e trasformata in un passatempo del tipo:

“hai più di trent’anni e fai il dj, ma quando te lo trovi un lavoro? ma quando te la trovi una ragazza?”

Ordinary People

Questo concetto spiega tutto, se fai il personal trainer sei un professionista, se fai il dj non lo sei, chiediti quale sia il motivo. Se vuoi imparare a diventare un bravo dj prima di tutto devi chiuderti nella tua stanza e ad imparare il djing dalla a alla z.
Nei tempi passati, il djing era un’arte che veniva concepita da pochi audaci portati intraprendenti, che senza avere nulla tra le mani iniziavano a concepire il modo per mettere la musica in discoteca a volte anche prendendo spunto da altre fonti quali compilation, serate di altri dj professionisti, o qualche dritta di qualche amico. Oggi anche sulle confezioni del latte trovi istruzioni su come diventare un dj.
Per diventare un bravo dj e capire la tecnica puoi attingere a diverse fonti come gli svariati tutorial che puoi trovare dappertutto, video o altri fonti attinenti, se ti va puoi dare un’occhiata anche alle mie guide.
Dove sta il problema. Purtroppo molti di voi imparano con superficialità, ovvero capiscono la tecnica e si soffermano li, leggono i primi trafiletti e poi fanno di testa loro, e l’errore più grave che si possa fare è quello di pensare “Si ho capito ormai come si fa, so già fare tutto io non ho bisogno più di nulla”, e l’errore ancora più grave che si possa fare è quello di snobbare il confronto, del tipo “io ho un anno di esperienza e faccio capire agli altri che sono un professionista imponendo il mio pensiero senza voler sapere nulla dagli altri, perché io so come si fa, gli altri non devono capire che mi sono appena messo a fare il dj”.
Questo è l’errore più grave che si possa fare.
Il confronto e soprattutto la cognizione reale del proprio livello è uno dei pilastri per farti crescere, ricordati che dopo aver imparato a mettere due brani a tempo, ancora sei sotto lo zero, e dopo aver accumulato circa 10 anni di esperienza puoi dire che qualcosa inizi a capirla (ne riparleremo fra 10 anni), inoltre ti ricordo che uno strumento in media si inizia ad imparare dopo 3 anni e finisco accennandoti una famosa affermazione fatta dallo scrittore George Bernard Shaw nonchè dal fondatore di Linux (Linus Torvalds), ma anche da Umberto Veronesi e:

Se io do un dollaro a te e tu dai un dollaro a me, ognuno di noi ha un dollaro.

Mentre se io do un idea a te e tu un idea a me abbiamo due idee a testa.

George Bernard Shaw

Inoltre il fatto di esercitarsi quotidianamente non implica la crescita a livello tecnico, ma anche a livello culturale, tieni presente che se smetti di esercitarti a casa per 6 mesi e poi vai a suonare con la musica nuova, riuscirai a suonare ugualmente perché campi di rendita, ma tu non lo sai, sei in un bosco sperduto e non sai quale sentiero prendere. Suonare tutti i giorni i brani nuovi significa capire quale sequenza di brani potresti adattare uno con l’altro durante la serata come un puzzle, questo non lo potresti sapere o non te lo ha detto mai nessuno, adesso te lo dico io ;-)

La tecnica come dicevo prima, non si sofferma solo nel mettere due brani a tempo o capirne la giusta sequenza, ma si spinge oltre. Successivamente dovrai andare ad aumentare sempre di più le tecniche di mixaggio, i cosiddetti triks, imparando quindi dei modi diversi di fare i passaggi che serviranno innanzitutto a padroneggiare sulla musica eliminando i vincoli sui passaggi fatti di norma del tipo, “io questa la mixo dove e quando voglio perché so come fare a cambiare senza problemi”, e successivamente ti serve a distinguerti dagli altri.

Esperienza

L’esperienza è molto importante, quindi prima si inizia, prima si è ricchi. Ho letto un articolo davvero raccapricciante che riportava la dicitura “spazio ai giovani”, dove riallacciandomi al discorso di prima, sul fatto che il djing è diventato un passatempo, quindi se hai 15 anni puoi fare il dj a tempo perso, se ne hai più di 30 sei un ferrovecchio, ovviamente questa trovata/puttanata è stata escogitata da una redazione cui vuole intendere la figura del dj come quella relativa al personaggio del momento, finisce il momento finisce il personaggio (immagina che tipo di cultura si possa erogare ad un lettore che inizia ad avere interesse per questo settore), come le modelle dove finché hanno culo e tette sono quotate, finisce la carne, finisce la carrirera, invece qui non si parla ne di culo ne di tette ma bensì di un’arte accumulata col tempo e coltivata giorno per giorno che non scadrà mai. I migliori dj sono ultra quarantenni, ricordatevelo tutti sempre e in ogni momento, i ragazzetti sono solo i personaggi del momento (non mi riferisco a tutti).
Dopo aver imparato la tecnica, devi orientarti su come devi rapportarti con il pubblico generico, quindi devi frequentare come cliente i locali che preferisci o che comunque si avvicinano al genere di tuo interesse. Questo serve a farti capire innanzitutto il genere musicale scelto da chi ci suona con le relative sequenze in modo da rapportarti alle tue scelte, successivamente osservare il comportamento del pubblico dalla prospettiva della pista, perché dalla consolle il pubblico è visto in modo diverso, col tempo imparerai a percepire la pista anche dalla consolle.

L’esperienza diretta è quella più significativa, oggi per esperienza diretta significa essere già professionisti, portarsi due pennette in consolle e far saltare la pista con le top20 in classifica. Sbagliato! Quanto può durare la tua crescita?
La vera esperienza si fa sul campo di battaglia nelle feste più disparate di gente più frustrata, non la vuoi fare? Non sarai mai un bravo dj, a meno che non sei portato per diventarlo.
Il consiglio principale che possa darti è quello di avvicinarti ad un dj mentore, uno bravo e professionista, che potrà trasmetterti qualcosa e che ovviamente non lo ringrazierai inculandolo e fregandogli i clienti, questa è la bastardata più bastardata che si possa fare!
Il dj mentore va scelto bene, lo devi studiare, prima a livello personale, valuta quindi se è uno dj zingaro, farfallone, facciotuttoio, spaccotutto, ti faccio suonare ma devi portare gente ecc… A cospetto di uno che ti dice pulisci prima i cessi e poi puoi iniziare a mettere un solo disco. E’ un discorso brutale, è vero, ma ricordati che se vuoi meritarti 10 minuti di esperienza, dovrai caricarti casse addosso, scaricare auto e tir di roba, collegare cavi ecc… Queste sono le basi solide per dei pilastri indistruttibili.
Molti giustamente vogliono evitare questo passaggio scegliendo la via breve, ovvero vanno a suonare gratis. Questo discorso potrebbe generare diverse polemiche dividendo le teorie in due pensieri: Se vai a suonare gratis, indubbiamente togli del lavoro a chi è preparato e si sarà fatto il culo prima di te, inoltre sminuisci questa professione che è stata già portata ai bassifondi e tu ne stai apportando un contributo significativo; d’altro canto bisogna pur iniziare da qualche parte e se tu inizi già a proporre tariffe da Bob Sinclar, nessuno ti prenderà, e facendoti cattiva pubblicità del tipo, “questo da dove viene, chi è e cosa vuole già da adesso”.
Il fatto di suonare gratis è un po’ come lavorare gratis, ritorniamo al solito discorso, ma personalmente io la penso in questo modo, e credo sia il modo più corretto su come pensarla: “la prima serata posso fartela anche a titolo gratuito (senza mettere da parte gli impengni in cui ci guadagno) nel corso della serata potrai fare una valutazione di come lavoro, e nelle serate successive possiamo iniziare a parlare di soldi”. Personalmente mi sono trovato sempre bene nella vita con questa teoria, non è bello se ti avvicini ad una persona in cui si parla di lavoro e la prima cosa che fai è parlare di soldi, come non è altrettanto bello se di soldi non se ne parla mai…

Cultura Musicale

Questo fattore qui viene messo in secondo piano, voglio precisare che non è da trascurare. La cultura musicale è un po’ come la cultura generale nella vita, se sei acculturato puoi essere una persona interessante e che soprattutto ha molto da trasmettere, se non lo sei, non è detto che tu sia uno sfigato senza ne arte ne parte e soprattutto senza doti e senza un futuro, più è alto il tuo livello culturale più sei una persona ricca e interessante. Per quanto riguarda la musica siamo sullo stesso discorso e posso dimostrartelo con un esempio: tempo fa è morto Frankie Knukles il padrino della musica house, fino alla sua morte solo pochi sapevano che esisteva e chi fosse veramente (parlo in percentuale), dopo la sua morte siamo diventati tutti esperti in materia e per dimostrarlo facevamo girare le sue produzioni, in definitiva, prima della morte di Frankie Knukles eravamo degli ingnoranti, oggi lo siamo ugualmente ma un po’ di meno.

La cultura musicale è infinita, puoi attingere da tutte le fonti che vuoi, visto che oggi grazie ai mezzi comunicativi evoluti, sono tante le risorse se non infinite, studiare la storia della musica in generale è affascinante, ma anche iniziare a conoscere qualche brano che ha fatto la storia della musica, personalmente reputo che una buona cultura musicale sia quella impiantata sugli anni ’80, successivamente sugli anni 80 a scendere poi dagli anni 90 agli anni 2000, oltre questi anni reputo sia tempo perso, anche perché dagli anni 2000 si ha avuto una rivoluzione nel settore dell’intrattenimento nelle discoteche sia a livello tecnologico, sia a livello sociale, voglio dire, prima con massimo 60 dischi mix facevi un festone, oggi devi portarti un hard disk da mezzo tera per andare bene in quanto i gusti di chi balla sono diventati troppo esigenti, e non solo nelle feste di battaglia, ma anche nei discopub e club di piccolo taglio. Se ci fai ben caso ci sono tanti pezzi in cui le persone si ricordano e che ti chiedono antecedenti agli anni 2000 / 2001 e non in precedenza, parliamoci chiaro è molto più semplice che uno può chiederti “Corona, The Rhythm of the Night” o “Gloria Gaynor, I Will Survive” e non “Laurent Wolf, No Stress” o “All I Need di Sally Can Dance”. E’ ovvio che sto parlando solo di stili commerciali, perchè parliamoci chiaro la cultura primaria va impiantata sugli stili commerciali e successivamente sui generi più evoluti, anche se tutto ciò stranamente non viene visto di buon occhio. Inoltre per concludere, la cultura generica non è solo musica dance, ma allargare le viste su altri generi del tipo rock metal ma anche musica classica non sarebbe male, ma ritornando al discorso di prima questo non ti fa un bravo dj, ma solo un dj più acculturato.

Una buona cultura a livello musicale invece credo sia d’obbligo averla per quanto riguarda il genere che si preferisce, ovviamente nella vita non si può ne sapere ne conoscere tutto, per questo il confronto è molto importante, ti fa più ricco dentro e più umile fuori, solo le persone intelligenti sanno valutarti nel modo giusto.

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Sblocca tutti i contenuti video per vedere gli esempi chiari negli articoli dedicati e imparare meglio il concetto in modo più sbrigativo.

13 Aprile 2015

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